mercoledì 25 aprile 2012

25 aprile, Festa della Liberazione


Oggi, 25 aprile, anniversario della Liberazione. Il 25 aprile 1945 si iniziò a costruire l'Italia democratica che oggi conosciamo. Un giorno che dovrebbe far riflettere, sopratutto perchè, se ci si aggira per i social network, si notano parecchie cose a dir poco abberranti. Oltre allo sdegno degli italiani, misto all'ilarità riguardanti la situazione attuale di crisi, ci sono molti che inneggiano proprio al fascismo, evidenziando come il fascismo abbia portato le pensioni, la luce nelle strade, perchè "quando c'era lui i treni partivano in orario". Il tutto, accompagnato spesso da croci celtiche, fasci littori, oltre a definire traditori i partigiani e, chi più ne ha più ne metta. Ma non c'è da stupirsi, se al mondo c'è chi nega la Shoa, perchè non rivalutare anche il duce... Bisognerebbe ricordarsi però, quando si scrivono certe cose, che è proprio al 25 aprile e a quella liberazione, che si deve la fromazione di un'Italia libera, tanto libera da permettere a ognuno di esprimere il proprio pensiero, anche a chi scrive certe cose.
Tutti abbiamo il diritto di esprimerci, ma tutti abbiamo davvero qualcosa di sensato da dire?

giovedì 19 aprile 2012

Social media for social change



Siamo in Ghana, dove il 7 e il 28 Dicembre 2012 la popolazione sarà chiamata a votare per eleggere il nuovo Presidente e rinnovare il Parlamento. Ma c'è il rischio di ripetere quanto già accaduto molte altre volte, cioè ritrovarsi con elezioni truffa per via di chi vota più volte, magari anche per i parenti defunti da un pezzo ma ancora iscritti nell'elenco votanti.
Per evitare ciò è stato indetto il programma "social media for social change", al fine di comporre delle liste elettorali affidabili e compiere il primo passo necessario allo sviluppo di una nazione: libere e corrette elezioni. Il tutto accompagnato da una forte opera di comunicazione, in particolar modo via web, necessaria per fare chiarezza e rendere i cittadini realmente consapevoli di quello che sta accadendo.
Come dire: quando il web è al servizio della democrazia...

martedì 17 aprile 2012

Il giornalismo migliore si fa sul web


Proprio ieri è stato assegnato il Premio Pulitzer 2012. Come si potrà notare girando un po' per il web, quest'anno il prestigioso premio vede il (definitivo) riconoscimento del giornalismo online.
Questo, oltre a rafforzare la convinzione che ormai il web è e sarà il padrone della comunicazione mondiale e di ogni sua implicazione, mi risporta alla mente Michele Santoro, uno che sul web ci si è trovato quasi constretto ma che, tutto sommato, ha trovato il miglior modo di fare informazione senza più dover rendere conto a direttori e padroni vari. Dopo la sua prima puntata di Servizio Pubblico,qualcuno scrisse che era nata la terza TV del Paese...
Di seguito, tutti i riconoscimenti del Premio Pulitzer 2012.

sabato 14 aprile 2012

E l'accesso gratuito al web?


Leggo dell'assegnazione delle frequenze televisive, che potrebbero essere assegnate gratuitamente a Rai e Mediaset, e di tutte le conseguenze, positive e non, che questo comporterebbe. E mi chiedo: ma internet? Semra ormai banale dire che la rete non è più il futuro, ma il presente della comunicazione. E fa riflettere che ancora si discuta di TV senza fare mai niente di concreto per il web. Credo che il web oggi svolga lo stesso ruolo formativo che ha svolto la televisione per molti anni. Oggi la gente legge, informa e si informa sul web e la tv, a parte l'intrattenimento e ancora un po' di approfondimento e di informazione, ha perso il suo ruolo di faro informativo. Perchè allora non si affronta di petto la questione web? Il libero accesso ad internet oggi rappresenterebbe un chiaro segnale del nostro Paese che non si troverebbe più a rincorrere gli altri per stare al passo coi tempi; significherebbe puntare entrambi i piedi nel mondo moderno, oltre all'abbassamento delle spese per i cittadini che, almeno per la comunicazione, si troverebbero a risparmiare qualche soldo.

martedì 10 aprile 2012

L'epoca della Social Information



La migliore rassegna stampa che si possa fare al mattino consiste nell’aprire facebook e leggere quanto i tuoi amici e le pagine dei quotidiani ti raccontano, e mi torna in mente un episodio. Qualche tempo fa mi trovavo presso la sede dell’Ordine dei Giornalisti di Roma insieme ad un’altra persona e, tra una chiacchiera e l’altra, siamo finiti a parlare di massimi sistemi, in particolar modo dell’informazione. Oggi, mi diceva questa persona, la figura del giornalista è cambiata, perché è completamente cambiato il mondo rispetto a trent’anni fa, quando il giornalista era una figura ben diversa da quella odierna. Oggi il mondo dell’informazione, grazie ad internet, è diventato davvero accessibile a tutti, non solo per la fruibilità delle notizie, ma anche per la creazione delle stesse. Si era iniziato con i blog per arrivare ai social network che, a differenza di un blog, ti danno per certo i possibili accessi alla tua notizia, oltre a garantirti la tempestività che la rende quasi un’esclusiva. Esempio: immaginate un problema tipo treno in ritardo causa guasto alla stazione termini con disagi per centinaia di lavoratori; non ci sarebbe giornalista che tenga, perché la notizia è molto semplice e chissà quanti dei tuoi amici di rete in quel momento si trovano proprio a Termini e postano il fatto così che tutti lo conoscano in tempo reale. Il giornalismo, insomma, è finito! O, pensavo io, è solamente cambiato? Io sono per la seconda ipotesi, pensando che semplicemente sia cambiato, così come cambia ogni cosa. Cioè, almeno per quel che riguarda le news stile agenzia di stampa, forse davvero il giornalismo va ripensato. Altro discorso va fatto per il giornalismo d’inchiesta e/o di approfondimento, che necessita di professionisti e di spazio che un social network, almeno per il momento, non può dare. Ma lascio ad ognuno la possibilità di riflettere e di dire la propria.
Interessante a proposito l’articolo di Angelo Agostini, responsabile del master in giornalismo dello Iulm di Milano, oltre che direttore di “Problemi dell’Informazione”, pubblicato qualche giorno fa su repubblica.it.

venerdì 6 aprile 2012

Giornalisti nella trincea Italia


Martedì 3 aprile, a Locri (Reggio Calabria), è stata fatta saltare in aria alle due di notte l'auto di Lello Filippone, giornalista di "Calabria Ora" impegnato in inchieste contro la 'ndrangheta. Se ne è parlato molto poco, troppo. "Tornano gli anni di piombo", dice Carlo Macrì su il corriere.it. La cosa più triste è il silenzio che accompagna questi eventi. E tornano alla mente tanti altri casi, come quello di Giancarlo Siani, assassinato dalla camorra nel 1985, e di molti altri. Credo che l'unico modo per rendere onore a certe persone, sia quello di puntare i riflettori sui fatti e sulle storie che questi cercano di raccontare, evidenziando così una situazione, quella della lotta alla criminalità organizzata, che sembra storia d'altri tempi e che invece continua ogni giorno ancora oggi in molte parti d'Italia. E lascia molta amarezza pernsare che nel nostro Paese ci sia una situazione troppo simile a quella di paesi considerati arretrati, del terzo mondo, incivili. Giornalisti in Italia che muoiono o rischiano la vita al pari di Ilaria Alpi, oppure di quei giornalisti uccisi in Siria. E' mai possibile questo?

lunedì 2 aprile 2012

Il futuro è già presente: rinasce l'Edicola italiana


Nasce "Edicola italiana". Che cos'è? Un'edicola, però un'edicola telematica. I quattro principali gruppi di editoria di informazione in Italia, vale a dire Mondadori, l'Espresso, RCS e Il Sole 24 Ore , hanno trovato un accordo che vedrà la nascita, tra qualche mese, di una vera e propria edicola web, chiamata appunto Edicola italiana, che permetterà ai cittadini di comprare i principali quotidiani italiani via internet. Una sorta di edicola stile I-Tunes. Questa iniziativa, che per il momento coinvolge questi quattro gruppi ma che sarà aperta a qualunque altra casa editrice dedita all'informazione che deciderà di farne parte, è sicuramente un'ottima idea visto il crescente utilizzo di internet, tablet e smartphone nel nostro Paese; questo porterà così i quotidiani nazionali e non, ad essere accessibili a tutti, in qualunque momento della giornata, con notevole risparmio di costi di produzione e distribuzione e, quindi, un impatto ambientale sempre più sostenibile. E se i produttori spendono meno, è lecito aspettarsi che anche i prodotti costino un po' meno. Inutile stare ad elencare i vantaggi per la popolazione con un sistema di informazione sempre più accessibile.
E poi, viste le polemiche per i miliardi di euro che se ne vanno per i finanziamenti ai giornali, perchè non aspettarsi anche che, se fare un giornale costa meno, magari anche lo Stato inizierà a sborsare meno soldi per l'editoria, con eventuale altro risparmio per gli italiani.

Qualcuno che ci rimette però, come sempre, c'è. In questo caso sono le edicole, quelle vere, che vedranno ridursi ulteriormente i clienti e quindi i guadagni. Sono i pro e i contro dei tempi che cambiano; giusto o sbagliato, ma sicuramente inevitabile.