mercoledì 30 gennaio 2013

Il rapporto sulla libertá di stampa nel mondo. La strada è ancora lunga per l'Italia

Reporter senza frontiere presenta la classifica sulla liberta di stampa nei vari Paesi del mondo. Paesi del nord Europa si confermano veri e propri modelli di libertà di stampa. Fa un certo effetto vedere l'Italia al 57 posto in classifica, sopratutto perchè prima di noi ci sono vari (molti...) paesi del così detto "terzo mondo".

La classifica completa su:
http://rsfitalia.org/

venerdì 14 dicembre 2012

Professione reporter, nell'era di internet

Riporto di seguito un estratto dell'articolo di Bernardo Valli pubblicato oggi su Repubblica.it.
Una bella riflessione sul ruolo del reporter oggi, in un mondo in cui l'informazione in diretta, grazie ad internet, social network e alla possibilità per ognuno di accedere all'informazione e contribuire ad informare, sembra diventare sempre più protagonista, tanto da far pensare che il reporter, il giornalista che sta sul campo e racconta ciò di cui è diretto testimone, forse non serve nemmeno più.

"Non fu certo facile per Helen Kirkpatrick, quel giorno di fine agosto del 1944, rifiutare l'invito a pranzo di Ernest Hemingway. La giornalista del Chicago Daily News aveva trentacinque anni ed era corrispondente in Europa fin dal 1939, quando era cominciato il secondo conflitto mondiale. Il suo nome campeggiava da tempo sulla prima pagina del quotidiano di Chicago. I suoi articoli, in cui raccontava le incursioni aeree tedesche su Londra, lo sbarco americano nell'Africa del Nord e poi quello in Normandia, erano annunciati dagli strilloni sulla Michigan Avenue. "Read Helen Kirkpatrick!". Ma quel giorno..." continua sul sito di Repubblica.it

mercoledì 12 dicembre 2012

Elezioni 2013, cosa farà Silvio Berlusconi? "Mi candido, anzi no, anzi si"

Ebbene ci siamo, le elezioni dovrebbero essere davvero vicine dopo la dichiarazione di sfiducia del PDL al governo Monti e le dimissioni dichiarate dello stesso Monti, che ci saranno solo dopo l'approvazione della legge di stabilità. E allora, mentre si cerchi di informarti e fare chiarezza, almeno nella tua mente, su quanto sta accadendo al tuo Paese, ti imbatti nelle ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi, ex Presidente del Consiglio e candidato premier. O almeno, questo è quello che abbiamo sempre saputo da quando si è dimesso e che crediamo di sapere ancora ora. Perché proprio qualche ora fa ci sono state le ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi che sono particolarmente confuse. Si candida? Si candida solo come leader della coalizione per poi scegliere il premier? Appoggerà Alfano? Oppure Monti? L'unica certezza è che le dichiarazioni di Berlusconi, condite da tanta confusione, rispecchiano a pieno la situazione di confusione nella quale è, e rischia di continuare ad essere l'Italia. Confusione politica, e quindi economica, e quindi, sociale.

lunedì 29 ottobre 2012

Sud Sudan: emergenza per il rimpatrio forzato di migliaia di persone

Un estratto della mia intervista per la Radio Vaticana a Ylenia Danini di "SOS Villaggi dei bambini Onlus" sulla situazione della popolazione in Sud Sudan.


R. – La Sos villaggi dei bambini è un’organizzazione internazionale che si impegna da più 60 anni nell’accoglienza di bambini privi di cure familiari e sviluppa programmi di rafforzamento famigliare per famiglie in difficoltà. Sos villaggi Opera in 133 Paesi del mondo, quindi l’Italia compresa, e aiuta di due milioni di persone.

D. – Qual è l’attuale situazione nel Sud Sudan?

R. – In seguito alla secessione e alla dichiarazione di indipendenza del 2011, il governo del nord di Karthoum ha obbligato le persone che risiedevano al nord ma originarie del Sud al rimpatrio forzato. E’ una situazione in cui persone che non hanno mai visto il sud ma tantomeno ci hanno vissuto sono pronte a lasciare tutto, perdono tutto, il lavoro, la casa, tutto quello che avevano costruito negli anni, per spostarsi al sud. Il Sud Sudan peraltro è uno Stato molto povero, privo di quelle risorse necessarie per accogliere le centinaia di migliaia di cui si parla di persone forzate al rimpatrio. Questo comporta ovviamente che queste persone, oltre a non conoscere il territorio, non sanno dove recarsi e quindi vengono accolte in questi centri di transito. I centri di transito sono quelli di Malakal e Juba nei quali Sos villaggi dei bambini ha avviato alcuni centri temporanei di supporto all’infanzia in cui ci sono sia attività di tipo ludico e educativo sia supporto psicologico per i bambini. Come si può immaginare oltre a giornate estenuanti, spesso questi bambini hanno vissuto anche veri e propri combattimenti, hanno rischiato la morte nel trasferimento dal nord al sud.

D. – Quali prospettive possono avere nell’immediato futuro queste persone?

R. – E’ molto difficile da dirsi. Non avendo idea di che cosa fare, di dove andare, sono costretti a rimanere per mesi nei centri di transito e magari a vedere alcuni familiari spostarsi per andare a cercare un modo per sopravvivere nel sud. Quello che stiamo cercando di fare...