venerdì 27 gennaio 2012

Riflessioni sull'informazione italiana

 

Ascolto le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio Mario Monti intervistato da Fabio Fazio a "Che tempo che fa" e, oltre ai tanti temi caldi del momento, come la riforma del lavoro e la lotta all'evasione, mi colpisce quella mezza promessa fatta riguardante la RAI: "ancora qualche settimana e vedrete". Cosa ci sarà da vedere? Davvero si arriverà ad una privatizzazione della RAI? La TV pubblica da tempo ha perso la sua credibilità, nonostante i successi del varietà di RAI UNO, dal punto di vista dell'informazione gli ascoltatori continuano a calare e si cambia canale in cerca di informatori più affidabili. La RAI è in crisi, ma la RAI è solo un mattone di quel grande muro dell'informazione italiana, un muro che è ormai tutto in difficoltà. A sentire la gente, ci si trova di fronte ad una informazione di parte, sempre, pro o contro questa o quella istituzione; le chiacchiere della gente nascondono una grande verità, e cioè che tutta la stampa ormai delude gli italiani, ha perso credibilità, non sembra più in grado di produrre un'informazione affidabile. La questione RAI dovrebbe essere solo l'inizio di una lunga serie di interventi che portino la stampa a recuperare credibilità. Il primo, sta nell'eliminare ogni collegamento tra guadagno, di ogni genere, e informazione. C'era un tempo in cui per essere un giornalista serviva, oltre ad un po' di talento e di curiosità, anche la devozione per una professione tanto importante, al servizio della cultura, per rendere i cittadini sempre più liberi perché informati. E questo è molto difficile da ritrovare finchè un articolo o un servizio saranno vincolati all'audience, alla tutela o al danneggiamento di questo o quello. Una missione che sembra quasi impossibile ma che è necessaria se davvero si vuole rilanciare il Paese. L'Italia si ritroverebbe nella situazione economico-finanziaria attuale se i cittadini fossero stati costantemente informati sul quel che accadeva? Cioè, se gli italiani avessero davvero saputo nel corso degli ultimi ventanni, non solo le difficoltà finanziarie ma anche le cause che le avevano generate e la mancanza di interventi necessari per porvi rimedio, si sarebbe aspettato il 2011 per pretendere e attuare provvedimenti così duri per risanare l'economia?

mercoledì 18 gennaio 2012

Post 00

Il primo post di un blog non può che essere dedicato ad illustrare la vision e la mission di un progetto editoriale. Il problema di fondo è che considerare un blog, o almeno, considerare questo blog, un progetto editoriale, mi sembra un po' troppo. Ecco perchè non illustrerò una vera vision, tanto meno una mission, fondamentali per arrivare da qualche parte. La verità è che la nascita di questo nuovo, ennesino blog, deriva dal bisogno personale di condividere pensieri ed opinioni che altrimenti non riuscirei a condividere; il bisogno insomma di raccontare quello che vedo e che credo debba essere raccontato. A iniziare da quelle aspettative che ogni ragazzo si ritrova ad osservare ad un certo punto, con la consapevolezza che buona parte di esse si sono smaterializzate strada facendo, perse tra delusioni, cattiverie e pigrizia che ad un certo punto ti portano a chiedere a te stesso il perché, tra tante cose che ci sono da fare al mondo, hai scelto di fare proprio questo. Una domanda che credo tutti si siano posti, e che porta ad una risposta più che banale: non è vero che io sappia fare solo questo, e forse tra le tante cose che avrei potuto fare, questa è quella che mi riesce peggio. Credo però che il mio mettermi in gioco nel mondo dell'informazione possa servire, perchè troppo spesso mi ritrovo a parlare con persone completamente assorbite da una visione del mondo banale e preconfezionata, che fa acqua da tutte le parti ma che proprio non vuole morire. Non offrirò una giusta visione del mondo, mi limiterò a raccontare la mia visione del mondo. Alcune volte le poche parole scambiate sedute al tavolo di un bar, davanti ad un buon caffè (merce sempre più rara qui a Roma...) non bastano. Spero che questo blog mi permetta di esporre con chiarezza il mio pensiero e che possa offrire uno spunto di riflessione a tutti coloro che vi si imbatteranno.
Questo è il motivo per cui nasce questo blog, che poi credo sia il motivo per cui nascano la maggior parte dei blog del mondo.