martedì 10 aprile 2012

L'epoca della Social Information



La migliore rassegna stampa che si possa fare al mattino consiste nell’aprire facebook e leggere quanto i tuoi amici e le pagine dei quotidiani ti raccontano, e mi torna in mente un episodio. Qualche tempo fa mi trovavo presso la sede dell’Ordine dei Giornalisti di Roma insieme ad un’altra persona e, tra una chiacchiera e l’altra, siamo finiti a parlare di massimi sistemi, in particolar modo dell’informazione. Oggi, mi diceva questa persona, la figura del giornalista è cambiata, perché è completamente cambiato il mondo rispetto a trent’anni fa, quando il giornalista era una figura ben diversa da quella odierna. Oggi il mondo dell’informazione, grazie ad internet, è diventato davvero accessibile a tutti, non solo per la fruibilità delle notizie, ma anche per la creazione delle stesse. Si era iniziato con i blog per arrivare ai social network che, a differenza di un blog, ti danno per certo i possibili accessi alla tua notizia, oltre a garantirti la tempestività che la rende quasi un’esclusiva. Esempio: immaginate un problema tipo treno in ritardo causa guasto alla stazione termini con disagi per centinaia di lavoratori; non ci sarebbe giornalista che tenga, perché la notizia è molto semplice e chissà quanti dei tuoi amici di rete in quel momento si trovano proprio a Termini e postano il fatto così che tutti lo conoscano in tempo reale. Il giornalismo, insomma, è finito! O, pensavo io, è solamente cambiato? Io sono per la seconda ipotesi, pensando che semplicemente sia cambiato, così come cambia ogni cosa. Cioè, almeno per quel che riguarda le news stile agenzia di stampa, forse davvero il giornalismo va ripensato. Altro discorso va fatto per il giornalismo d’inchiesta e/o di approfondimento, che necessita di professionisti e di spazio che un social network, almeno per il momento, non può dare. Ma lascio ad ognuno la possibilità di riflettere e di dire la propria.
Interessante a proposito l’articolo di Angelo Agostini, responsabile del master in giornalismo dello Iulm di Milano, oltre che direttore di “Problemi dell’Informazione”, pubblicato qualche giorno fa su repubblica.it.

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