lunedì 3 settembre 2012

Quali storie raccontare?


Forse pochi se ne sono resi conto, ma dal 29 agosto sono iniziate le Paralimpiadi 2012. Parliamo di sport, ma non solo. Al di là dei giochi e delle discipline, dei risultati e delle medaglie, la Paralimpiadi sono una rassegna di storie che andrebbero urlate ai quattro venti. Ho avuto la possibilità di intervistare due atleti, Assunta Legnante, lancio del peso, e Matteo Cavagnini, capito della nazionale paralimpica di basket, e devo dire che poter parlare con loro mi ha lasciato senza parole. Impressionante sentirli racccontare la loro storia con tale serenità, e questo ha fatto nascere in me varie domande. D'estate, si sa, accadono poche cose, e i tg e i giornali si riempiono di mezze notizie, di polemiche politiche che non vanno mai in ferie, di trattativa Stato-mafia che serve solo a vendere copie e su cui non sembra ci sia la volontà di fare chiarezza, di calcioscommesse e del campionato che riparte. Pochi, pochissimi parlano di Paralimpiadi. Ed è un vero peccato, perché questa manifestazione è piena di storie di vita forti, vere, tragiche e, per quello che riescono a lasciarti, bellissime. Testimonianze di vita, di sofferenza, di coraggio e voglia di lottare che potrebbero essere da esempio e stimolo per molti. E invece nessuno le nota, nessuno le racconta, e continuiamo a perderci nella mediocrità della stampa nazionale, in storie che da oltre vent'anni sono sempre le stesse. Per molti aspetti siamo diventati un Paese mediocre, e sembra che il nostro destino sia, almeno per il momento e chissà per quanto ancora, quello di rimanerci.

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