venerdì 3 febbraio 2012

Quella noiosa questione chiamata "libertà di stampa"


"Non posso accettare che ci siano persone che non possono esprimersi liberamente nella televisione italiana".

A pronunciare queste parole è stato Michele Santoro ospite da Fabio Fazio a "Che tempo che fa". Fa riflettere pensare che davvero ci sia bisogno di ribadire questo concetto, in un Paese che si siede al tavolo degli 8 più potenti al mondo, la terza economia d'Europa, sopratutto uno Stato civile, industrializzato, e libero. Fa riflettere perché, se davvero c'è bisogno di ribadire questo concetto, vuol dire che qualcosa nella nostra informazione davvero non va. Bisognerebbe chiedersi cosa spinge il conduttore dello show più seguito in Rai di tutta la stagione 2010/2011 (secondo per ascolti solo alla Formula 1) a dover andare in giro per piccole emittenti e per il grande web per fare il proprio lavoro, e dichiarare di nuovo che in Italia ci sono persone che non possono esprimersi liberamente. Nemmeno io posso accettarlo, ma sopratutto faccio fatica ad accettare il fatto che molte, troppe persone proprio non si interroghino su questo, come se fosse solo una "questione Santoro". Sarà che la libertà di stampa non fa più notizia, ma credo che proprio in questi periodi, in cui temi fondamentali per una democrazia non affascinano più, è il momento di stare in allerta.

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