giovedì 24 maggio 2012

L'Italia è stanca di piangere


Continuo ad ascoltare i discorsi di Monti e Napolitano di ieri all'aula bunker dell'Ucciardone in occasione dell'anniversario della strage di Capaci, e dell'uccisione di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Risuonano forti nella mia mente, accompagnate dalla voce, a volte decisa, a volte tremolante, di un Presidente della Repubblica commosso, o del Presidente del Consiglio che in modo chiaro ricorda che la verità è il primo dovere di uno Stato verso i cittadini.
In ogni triste e tragico momento della breve esistenza democratica del nostro Paese le istituzioni sono state considerate complici: dalla Stazione di Bologna, a Piazza Fontana fino agli assassinii di mafia degli anni '80 e '90 e la trattativa Stato-mafia, per arrivare addirittura all'esplosione di Brindisi di pochi giorni fa.
Troppo spesso la verità non è di casa nel nostro Paese, schiava di vecchi politici legati alla brutta politica occulta padrona dell'Italia dal dopo guerra in poi.
Ecco perchè, più contnuo ad ascoltare certe dichiarazioni, più mi convinco che siano macchiate di ipocrisia. E non mi riferisco al singolo, ma all'istituzione che questo rappresenta e per conto della quale parla: una istituzione sicuramente colpevole di non aver contribuito alla formazione di un Paese libero e consapevole, nascondendo troppe verità.

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